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Il fortunato ritrovamento di una preziosa epigrafe geodetica napoleonica nei depositi dei Musei Vaticani, un tempo collocata sul fronte del Mausoleo di Cecilia Metella, ha dato origine a un progetto espositivo incentrato sul prestigioso monumento in epoca moderna. Il complesso di Cecilia Metella connota in modo forte e visibile il paesaggio della Campagna Romana e costituisce un palinsesto che, dal periodo augusteo, si spinge fino all'epoca moderna, quando il mausoleo è preso come punto di riferimento spaziale per la costruzione della cartografia dallo Stato Pontificio, fino al Regno d'Italia, e per le misurazioni del Meridiano Terrestre. La mostra, che si articola tra Cecilia Metella e la vicina villa di Capo di Bove, analizza il connubio tra scienza, arte e archeologia, fornendo nuove e inedite chiavi interpretative per comprendere i molteplici valori culturali di un complesso monumentale unico nel suo genere, nel volgere del periodo storico che va dalla metà del secolo XVIII alla metà del XIX.